venerdì 8 maggio 2009

Sto facendo la HAART, quali medicine posso prendere? quali non posso?

Parlando con la mia dottoressa, al tempo dell’avvio della HAART, rimasi abbastanza stupito della levità con la quale, in fondo, me la prescriveva, quasi non si trattasse di strane sostanze che agivano sui meccanismi più intimi della replicazione cellulare del nostro corpo…
Effettivamente, e curiosamente, i farmaci della HAART sono, nonostante la loro potenza dirompente, mediamente molto sicuri, con profili di tollerabilità e tossicità ben all’interno di quanto sia generalmente accettato per patologie meno gravi.
Nondimeno, sono dei farmaci. E, come tutti i farmaci, possono dare luogo a interazioni con altri farmaci e sostanze assunte per le più diverse ragioni.
Per questo, chi è in HAART dovrebbe verificare il proprio cassetto delle medicine, che spesso raccoglie un’eredità ben anteriore alla data di inizio della politerapia antiretrovirale, per accertarsi se tutte le pillole che riposano nel cassetto sono compatibili con la terapia.

Ci possono essere delle sorprese: ad esempio ho scoperto che mentre quasi tutte le droghe ricreazionali sono compatibili con il Sustiva (che sfiga, e io che non le uso!), solo la cetirizina (nomi commerciali Zirtec, Cerchio, Stamidix e Formistin) è “veramente” sicura per azzittire il naso quando questo impazzisce… insomma, saperle prima certe cose è meglio.

Per approfondire la materia, potete visitare il sito www.hiv-druginteractions.org, che offre diversi interessanti strumenti: dei PDF aggiornati mensilmente con le interazioni conosciute tra le classi di antiretrovirali e i farmaci più diffusi, uno strumento per generare dinamicamente tabelle di interazione tra i soli farmaci che vi interessano, addirittura dei programmini per il vostro smartphone. C’è anche una sezione dedicata ai farmaci contro l’influenza “A” (la “suina”, per intenderci).

Beh, buona lettura.

martedì 5 maggio 2009

Le meraviglie di ogni giorno

Il buon Carletto chiede cosa ci meravigli.  Io resto sempre meravigliato dalla teconologia. La tecnologia mi meraviglia e mi commuove ogni giorno, non solo per quello che fa, ma per come ci ha cambiati.

Viviamo quotidianamente in quella che fino a cento anni fa sarebbe stata considerata fantascienza, e diamo tutto per scontato.  Ad esempio sono affascinato dagli aerei, questi colossi di alluminio, palazzi di dieci piani che si alzano in volo appoggiandosi sull’aria (!).

Penso che io e la mia generazione abbiamo visto luoghi, fatto cose, possediamo informazioni e un potere di scelta che tutti i miei avi messi insieme non hanno mai avuto, e che prima del ventesimo secolo sarebbero stati follia per l’uomo più ricco e potente della terra.

Poi scendo sulla terra e vedo le piccole cose: ogni tanto qui a Milano vedo ad esempio persone che non possono più muoversi e che però girano per la città sulle loro carrozzine elettriche, e mi commuovo, perché quelle persone hanno ritrovato, grazie a uno strumento in fondo semplice, almeno una parte di quella libertà che un accidente della vita gli aveva tolto, e con quella libertà hanno ritrovato la dignità che invece è negata a chi non può fare più nulla da solo, e allora penso che domani altre macchine saranno ancora più efficienti e che un giorno i limiti dettati dalla miseria e fragilità dei nostri corpi potranno essere superati.

Quindi penso a me, e penso che già almeno un paio di volte la mia sopravvivenza è stata frutto della mia data di nascita, del fatto che la tecnologia ancora rozza di cui disponiamo mi ha salvato la vita… e che tutte le sere io e i miei “compagni di viaggio” apriamo un barattolo per scrivere un'altra riga di questo incredibile libro di fantascienza, che stiamo vivendo, del quale avremmo fatto volentieri a meno di essere protagonisti, ma che è, nella sua drammaticità, senz’altro affascinante.