lunedì 22 dicembre 2008

sabato 13 dicembre 2008

Evviva, tornano i democristiani

Sembrerebbe che a Gennaio la Carfagna lasci il ministero delle pari opportunità. Di sicuro con lei in molti si sono comportati male, usandole un razzismo indegno, figlio del maschilismo di questo paese e del fascismo rosso o nero che alligna nelle anime di tutti, a destra e a sinistra, che non perdona il passato e lo usa per crocifiggerti. Però mi pare anche che la signorina sia abbastanza inadeguata, quindi non piangerò più di tanto.
Oggi nei blog si propone un democristiano per le pari opportunità, Gianfranco Rotondi… è triste a dirsi, ma forse è un bene. Quando c'era la DC il Paese ha fatto grandi passi avanti: la DC non ha impedito la legge sul divorzio né quella sull'aborto, la legge sul cambio del sesso a spese dello Stato è passata grazie a un appello di Enzo Tortora al presidente del Senato Fanfani, abbiamo vissuto senza tasse sulla pornografia eccetera eccetera... io inizio a rimpiangere quei tempi, in cui i ministri non avevano nulla da farsi perdonare dalla Chiesa e potevano mandarla a fare in culo.

lunedì 1 dicembre 2008

World AIDS day: il mio folle ottimismo

Io non fumo, non tiro di coca, e bevo un po' di vino solo perché bisogna farlo, ma in questi giorni, se mi fermasse la polizia, mi scambierebbe per un tossico in preda a delirio alcoolico. 
Succede che l’idea di avere iniziato la HAART mi sta galvanizzando come poche cose nella vita. 
Sapere che ora sto facendo quello che si deve, e cioè la mia parte nel fare il culo al virus, mi dà una forza che non ricordavo da molto… la mia dottoressa era estasiata, quasi quanto me, quando alla domanda “come sta?” gli ho risposto “da Dio!” :-). 

Ma sono un pessimista per natura, e cerco sempre nelle cose ciò che potrebbe non andare… solo che in questo caso non riesco a trovarlo. 

Dopo le prime settimane di disperazione, quasi un anno fa, ho iniziato a scoprire storie di gente che campava – e bene – con il virus e, allora, messa da parte la disperazione ho iniziato a guardare con più attenzione quello che ci circonda… e mi sono accorto di una cosa: pur con tutti i morti che ha fatto, questo virus è stata una delle cose “migliori” che potesse capitare… 

Pensateci. 
Un virus latente probabilmente da secoli esplode all’inizio degli anni ottanta del ventesimo secolo. 
In qualunque altro momento della storia avrebbe decimato il genere umano, altro che peste o spagnola. 
Invece ha avuto sfortuna, e ha incontrato alcune rivoluzioni epocali. 

In primo luogo l’onda lunga della liberazione sessuale. 
Milioni di persone che, scoperta la libertà di amare, si sono incazzate non poco all’idea che un virus mettesse in pericolo questa conquista. 
Poi il movimento di liberazione gay. 
Se questo virus non avesse falciato attori, cantanti, ballerini… e omosessuali, persone cioè che per scelta o per condizione avevano una vita sessuale più “rischiosa” (
se non puoi sposarti hai tendenzialmente più partner), se non fosse sembrato semplicemente odioso e razzista agli occhi di chi iniziava a conquistare la propria dignità sociale, non avrebbe avuto una opposizione “ideologica” così determinata. 
Così, ogni giorno, dal primo giorno, milioni di dollari sono spesi da trent’anni, mentre in tutto il mondo lo star system dello spettacolo, dell’industria e della politica – magari anche solo per dovere di immagine – ripete il mantra del “tutti uniti contro l’AIDS” e legittima ogni sforzo verso la ricerca. 
Infine, il boom dell’informatica, che in pochi anni ha colonizzato qualunque cosa, ricerca medica al primo posto (pensate alla cosa più semplice, a cosa vuol dire fare degli studi clinici senza usare i computer, anche solo per tenere conto di come vanno i pazienti…). 

In pochi anni, si è rovesciata su questa malattia una quantità di lavoro, di denaro e di tecnologia credo mai vista nella storia, e sono bastati 15 anni perché la “peste di fine millennio” iniziasse a diventare una malattia quasi cronica. 

Io non so se sconfiggeremo l’HIV nel 2010, nel 2015 o quando, ma so una cosa: che solo la corsa alla Luna o le “guerre stellari” di Ronald Reagan hanno messo in campo così tante energie in poco tempo, so che se anche l’HIV non fosse mai sconfitto e tutti fossimo destinati a vivere di HAART… fino a 95 anni, quello che sta succedendo sta cambiando la medicina, il mondo. 

All’improvviso, la ricerca medica, che oramai non sapeva più dove sbattere la testa (ricordo una celebre frase su un “Fondamentale” di molti anni fa: 
contro il cancro oramai proviamo anche la polvere dei muri) ha scoperto nuovi strumenti, ha iniziato a pensare alle vie più coraggiose e originali, e tutti i giorni idee che un tempo avrebbero fatto ridere anche nei racconti di fantascienza vengono discusse con serietà, e qualcuno ci scommette sopra. 

Pensate a questo povero virus, che da qualunque lato si gira trova qualcuno che tenta di piantarglielo in culo: se non è l’inibitore nucleosidico dell’integrasi è quello non nucleosidico, se non è questo è quello della proteasi, oppure quello della fusione, mentre ai box si scalda l’inibitore del CCR5 e via inibendo… e per ogni classe ci sono più squadre di molecole incazzate. 
Pensate a quante persone da noi amate sarebbero ancora qui se la lotta contro il cancro avesse avuto la stessa fortuna. 

Insomma, io ci tento, anche perché ho paura di restare tremendamente deluso, ma non riesco a essere pessimista: da qualche parte, la cavalleria sta arrivando.
E ora, prendetemi pure per matto.

martedì 25 novembre 2008

Dalle cellule un nuovo obiettivo per i farmaci antivirali?

Un farmaco sperimentale ha curato i porcellini d’india infettati col virus di una febbre emorragica fatale, generando la speranza di un suo uso in un ampio spettro di malattie virali, incluse l’influenza, l’epatite C, l’HIV, Ebola e altre, secondo quanto affermato da ricercatori statunitensi.

questa è una strategia completamente nuova per creare farmaci antivirali” ha detto il dr. Philip Thorpe, professore di farmacologia all’Università del Texas, le cui ricerche sono apparse nella rivista “Nature Medicine”.
Thorpe ha spiegato che, invece di attaccare il virus direttamente, bavituximab, prodotto da Peregrine Pharmaceuticals, trae vantaggio da un meccanismo di difesa usato dal virus per nascondersi al sistema immunitario.
Quando le cellule sono attaccate da un virus, questo provoca l’emersione di una molecola grassa chiamata fosfatidilserina, che normalmente sta all’interno della cellula ed emerge all’esterno.
è come indossare gli abiti al contrario”, dice Thorpe.
Bavituximab, un anticorpo geneticamente ingegnerizzato, cerca e si attacca a queste molecole grasse, segnalandole in questo modo al sistema immunitario, che così può dar luogo al proprio attacco.

quando iniettato nel flusso sanguigno, bavituximab circola nel corpo fino a che trova queste molecole grasse emerse, e si lega a queste” spiega Thorpe.
nel caso di infezione virale, questo legame mostra una bandiera rossa al sistema immunitario, forzando lo sviluppo di globuli bianchi di difesa che attaccano le cellule infette [così evidenziate]”.

Thorpe ricorda che i farmaci antivirali “convenzionali” cercano di sfruttare alcune proprietà dei virus, ma vengono frequentemente sconfitti dalle mutazioni dei virus stessi.
Prendendo a obiettivo un aspetto [costante dei mutamenti] delle cellule infette dell’organismo ospite, bavituximab è meno probabilmente soggetto a perdere efficacia a causa delle mutazioni dei virus.

In questo studio, Thorpe e colleghi hanno valutato un gruppo di porcellini d’India in uno stato avanzato di infezione da una forma di virus della febbre di Lassa, una malattia che colpisce una parte dell’Africa occidentale.
La metà degli animali trattati con il solo farmaco sono stati curati. Nei porcellini in cui i ricercatori hanno usato il farmaco in combinazione con ribavirina (un farmaco che impedisce la replicazione virale) è sopravvissuto il 63% della popolazione.

Thorpe dice che questi risultati suggeriscono che il farmaco possa essere efficace [anche] su altri tipi di virus emorragici, come Ebola e Marburg.
Peraltro, questa emersione delle molecole grasse ricorre anche nelle cellule infettate da diversi altri virus, come influenza, vaiolo e rabbia.
La Peregrine Pharmaceuticals sta conducendo studi di Fase I su soggetti con epatite C e HIV, e studi più avanzati (Fase II) su soggetti con cancro. Steven King, presidente e chief executive della Peregrine ha dichiarato di ritenere che questo farmaco “abbia un potenziale straordinario”. Le ricerche sono co-finanziate dal National Institutes of Health USA.
La notizia originale è stata segnalata da Gexgex su Lilanew.

Su PubMed non c’è ancora letteratura sul farmaco in sé, ma tre articoli su questa particolarità delle cellule malate di “rivoltare il cappotto”, come dice l’intervistato. Su Clinicaltrials.gov ci sono invece un po’ di studi, sei, di cui uno solo nei pazienti HIV+,ma non in quanto tali, bensì in quanto affetti da HCV, si tratta di uno studio di Fase I per determinare sicurezza e tollerabilità del farmaco, insomma siamo un bel po’ agli inizi, ma il farmaco non sembra una sòla, o almeno il fabbricante sembra crederci, visto che gli altri studi sono in oncologia, e affiancati ai gold standard di trattamento… Questa è la pagina del fabbricante su Bavituximab come Anti-Virale E questa è una pagina sul meccanismo di funzionamento, comprensiva di un lungo filmato…

domenica 23 novembre 2008

L'eroe che abbiamo dentro

Un anno fa, uscivo spaventato dal Policlinico con la diagnosi "positivo".
Sono cambiate tante cose, non credo di essere diventato "migliore", solo ho capito che la vita continua, e che ci sia leggera o tragica dipende essenzialmente da noi.
E questo è il senso di questo post. Secondo me è una bella canzone.
Infonde coraggio e ricorda che, nei momenti peggiori, non siamo soli, se ci ricordiamo di credere in noi stessi.

Theres a heroC’è un eroe
If you look inside your heartSe tu guardi nel tuo cuore
You dont have to be afraidNon devi esser spaventato
Of what you areDi quel che sei


Theres an answerC’è una risposta
If you reach into your soulSe la cerchi nella tua anima
And the sorrow that you knowE la disperazione che tu conosci
Will melt awaySi dissolverà

And then a hero comes along

E allora arriverà un eroe
With the strength to carry onCon la forza di andare avanti
And you cast your fears asideE getterai le tue paure
And you know you can surviveE saprai che puoi sopravvivere

So when you feel like hope is gone

Così, quando senti che non c’è più speranza
Look inside you and be strongGuarda in te e sii forte
And youll finally see the truthE, in fondo, vedrai la verità
That a hero lies in youChe c’è un eroe che si trova in te

It's a long road

La strada è lunga
When you face the world aloneQuando affronti il mondo da solo
No one reaches out a handE nessuno allunga una mano
For you to holdPerché tu la prenda

You can find love

[Ma] puoi trovare l’amore
If you search within yourselfSe lo cerchi dentro te stesso
And the emptiness you feltE il vuoto che senti
Will disappearScomparirà

And then a hero comes along

E allora arriverà un eroe
With the strength to carry onCon la forza di andare avanti
And you cast your fears asideE getterai le tue paure
And you know you can surviveE saprai che puoi sopravvivere
So when you feel like hope is goneCosì, quando senti che non c’è più speranza
Look inside you and be strongGuarda in te e sii forte
And you’ll finally see the truthE, in fondo, vedrai la verità
That a hero lies in youChe un eroe si trova in te

Oh oooh
Lord knowsDio sa
Dreams are hard to follow[Quanto] i sogni sono duri da seguire
But dont let anyoneMa non lascia che nessuno
Tear them away, hey yeahLi getti via
Hold onTieni duro
There will be tomorrowCi sarà un domani
In timeE, in tempo,
Youll find the wayTroverai la strada

And then a hero comes along

E allora arriverà un eroe
With the strength to carry onCon la forza di andare avanti
And you cast your fears asideE getterai le tue paure
And you know you can surviveE saprai che puoi sopravvivere
So when you feel like hope is goneCosì, quando senti che non c’è più speranza
Look inside you and be strongGuarda in te e sii forte
And youll finally see the truthE, in fondo, vedrai la verità
That a hero lies in youChe un eroe si trova in te
That a hero lies in youChe un eroe si trova in te
Mhhh
That a hero lies inChe un eroe si trova in
You Te

venerdì 21 novembre 2008

Come nascono i nomi delle molecole

I nomi delle molecole sono curiosi...
Mi sono sempre chiesto che volessero dire... ad esempio negli anticorpi monoclonali, dove la "coda" può essere ZUMAB oppure XIMAB.
Sapevo già che i nomi delle molecole sono composti d'una parte di fantasia, e d'una parte che allude alla classe/funzione, così, grazie a Google, mi sono tolto lo sfizio...

ZUMAB è una parola nuova, un combinato che indica che ci troviamo di fronte a un anticorpo monoclonale umanizzato.
La classe è contrapposta agli XIMAB, che sono invece anticorpi monoclonali chimerici.

Tutti gli anticorpi monoclonali nascono dall'incontro tra l'anticorpo specifico sviluppato nel topo e la cellula del mieloma del topo (il mieloma viene usato perché essendo una cellula tumorale si replica pazzamente, in pratica è il lievito dell'anticorpo).La differenza tra i due è che i chimerici conservano ancora molto della struttura genetica del topo, sicché il corpo umano tende a reagire e a produrre anticorpi per gli anticorpi... le versioni umanizzate invece sottraggono una parte di questo patrimonio genetico murino all'anticorpo, e lo rendono quindi più "accettabile" per il corpo umano.
Se la curiosità vi rodesse vieppiù, suggerisco una interessante presentazione, qui.

venerdì 14 novembre 2008

Sette giorni coi pastiglioni

E così, sono passati già sette giorni. 

Quattordici pastiglie giù per il gargarozzo.  

Beh, poteva andare peggio, gli effetti collaterali ci sono, ma sopportabili e in diminuzione, al momento la cosa peggiore è un raffreddore degno della peste manzoniana che ha fatto la sua comparsa questo pomeriggio, bloccando le vie aeree come neppure gli ex dipendenti di Alitalia sanno fare.  

Oggi terzo prelievo del sangue e rapida capatina dal medico, perché devo avere gettato la ricetta dell’antidepressivo tra la carta straccia, è una settimana che gli do la caccia senza fortuna, a questo punto è l’unica risposta razionale.  

Vabbe’, chi vivrà starnutirà…

lunedì 10 novembre 2008

I miei primi pastiglioni

Eccole, sono le mie prime pastiglie.
La foto è penosa lo so, del resto cosa fare con un telefonino a fuoco fisso in una camera d’albergo dall’illuminazione così così?
Ho iniziato venerdì scorso, sono quindi al terzo giorno.
Come va?
Molto bene direi, così bene che sono quasi galvanizzato dalla cosa.
Gli effetti collaterali sono molteplici, ma mi paiono abbastanza contenuti.
Anzitutto l’equilibrio instabile, più marcato al risveglio, che però scompare man mano che ci si “scalda”.
Poi lo stordimento, questo sì bello forte, ma non sconvolgente, poiché in fondo gli antidepressivi ad avvio terapia danno più o meno lo stesso effetto… e poi anche questo tende ad attenuarsi lungo la giornata, scompare durante le attività “fisiche” o che in qualche modo ti coinvolgono, mentre è più evidente durante le attività intellettuali o quelle noiose… che spesso coincidono.
Infine i sogni: le prime due notti sono state favolose, i sogni, oltreché vividi erano proprio belli, ricchi di contenuti e insegnamenti (sì, insegnamenti)…

Inguaribile ottimista? 
Mi sforzo, la verità è che le medicine non mi fanno paura e non mi sento umiliato dal doverle assumere, sono anzi grato al mio destino per averne la possibilità, e questo rende tutto un po’ più semplice… spero solo che funzionino, questi costosi pastiglioni!, per l’intanto sono già al secondo esame del sangue: uno il giorno prima di iniziare, uno oggi, poi uno venerdì prossimo, poi un altro a giorni, infine uno a 28 giorni, da perfetta cavia di laboratorio, ma come dicevo questo pomeriggio non mi pesano, in fondo se sono così ottimista è perché sto sfruttando le ricerche fatte prima che arrivasse il mio turno, un po’ mi pare giusto rendere il favore…

mercoledì 29 ottobre 2008

...con due scatolette nella ventiquattr'ore

Stamattina sono andato dall’infettivologa.
inizio a pensare che sia un po’ matta… oppure che non riesca a dissimulare la gioia per avere trovato un paziente che conosce le regole del gioco e le accetta senza troppe menate.

Comunque sia: il mio oroscopo di oggi diceva “…a disposizione qualcosa di nuovo e interessante.” Ed effettivamente le novità ci sono tutte.
I risultati degli esami sono un disastro: CD4 a 340, viremia a 300.000 e passa.
La dottoressa s’è messa a intonare un lungo sermone, finché non l’ho interrotta con un “guardi che non mi deve mica convincere, questo week end sono impegnato, ma da lunedì posso iniziare la terapia”. Inutile dire che ha ritrovato subito il sorriso e, già che c’era m’ha strappato senza fatica il consenso per partecipare a un loro piccolo studio sul primo mese di terapia.
Per farla breve, da venerdì 7 inizio la HAART: Truvada e Sustiva prima di andare a dormire e uno sciame di esami del sangue (cinque), destinati a capire come va la carica virale nel primo mese e se ci sono tossicità inattese.
Unica buona notizia degli ultimi dodici mesi: il mio HIV è wild type, quindi non si palesano resistenze apparenti… almeno quello.

All’inizio ero quasi felice, mi sono detto: finalmente l’attesa è finita, finalmente farò qualcosa di diverso che controllare ogni tre mesi se queste bestie bastarde si sono riprodotte allegramente all’ombra della mia inerzia, finalmente non sarò più solo, io con il virus, ma avrò “qualcuno (qualcosa?) al mio fianco” e un gesto rassicurante da ripetere ogni notte.
Sono uscito dallo studio della dottoressa più leggero nell’animo, e con la borsa leggermente più pesante: qualche decina di grammi in due scatolette di medicinali, per un controvalore di 1.179,69€, un mese di terapia.
Ora sono stanco, e meno leggero, un po’ è il fatto che la mattinata è proseguita con un tête a tête col mio dentista per proseguire una devitalizzazione che dura oramai da quasi due mesi, un po’ perché poi sono arrivati i pensieri, l’idea che la fase dell’illusione è finita e ora inizia il count down, il chiedersi “quanto durerà questa terapia?, e se divento resistente?” e tutte quelle cose che uno fa finta di non pensare mai, ma che ci sono…

domenica 19 ottobre 2008

EDUCATIONAL CHANNEL: una nuova presentazione

Nonostante ogni sforzo, la presentazione di Siliciano sui problemi dell’eradicazione non era così semplice, neppure se tradotta in italiano.
Così, siccome qualcuno che non l’aveva capita c’era, ho fatto una nuova presentazione, più breve, che “riassume” e riorganizza i contenuti di quella originale.
Spero sia utile…

venerdì 17 ottobre 2008

EDUCATIONAL CHANNEL: una presentazione sulla HAART, i reservoir e le prospettive dell’eradicazione

Qualche sera fa, mi è stata passata la URL di una presentazione fatta al congresso di Città del Messico di quest’anno sull'AIDS.
Lì per lì l’ho letta superficialmente, poi, siccome era un po’ ostica da capire, ho deciso di tradurmela tutta.
Andando su Slide Share, potete trovare la presentazione (se scegliete il tag NOTES, trovate anche il testo guida) e un PDF di oltre 30 Mbyte con le slide e le note…
Come detto, non sono un medico, e alcune cose lì scritte le ho tradotte, ma dire che le ho capite sarebbe troppo… però, se c’è qualche dubbio non esoterico, posso provare a vedere se riesco a capirlo…

domenica 12 ottobre 2008

la disinformazione degli assassini

ho appena incrociato un articolo sul recente Nobel a Montagner, nel quale si insinua, in buona sostanza, che il Nobel sia stato assegnato per coprire l'inconsistenza dell'ipotesi HIV, insomma il ritorno della teoria negazionista.
Da sieropositivo mi sento offeso da queste scempiaggini.
La mia opinione è che bisogna solo ringraziare Dio se l’HIV è un pozzo di San Patrizio, perché diversamente la gente continuerebbe a morire a mazzi. 
Se oggi possiamo convivere con il virus (perché il virus esiste, è stato isolato, e risponde ai postulati della scienza medica sui virus) è grazie al fatto che molto denaro è stato messo a disposizione per la ricerca, e ogni giorno migliaia di ricercatori studiano nuovi principi. 
Questi signori che negano l’evidenza campano anche essi alle spalle dell’HIV, e campano nel modo più spregevole, da parassiti che seminano la morte, dicendo che “l’HIV non è un virus” e convincendo con i loro sillogismi da salotto le persone più deboli a non curarsi.
Solo che
quelli che non si curavano perché “l’HIV non esiste”, “non è un virus”, “i farmaci non servono” eccetera sono tutti morti.
I negazionisti dell’AIDS sono degli assassini, l’HIV non ha bisogno di altri complici per fare il suo sporco lavoro.

A TUTTI, SUGGERISCO DI VISITARE QUESTE DUE PAGINE…
Risposte agli scettici 
L'Hiv provoca l'Aids


mercoledì 30 aprile 2008

Inizia la stagione delle diete…

No, scherzo, semplicemente qualche settimana fa sono incocciato in questo fascicolo su un sito internet, e oggi lo propongo a chi passasse sa queste parti, fate clic sull'immagine per aprire il PDF.
Ciao!

mercoledì 16 aprile 2008

il sole splende alto

Sono molto, molto lieto.
Carica virale quasi dimezzata… ma era ben facile, visto che partivo da 125000 e sono arrivato a 64230… CD4 in salita, ora a 390.
La virologa era soddisfatta, ma è stata minacciosa: se mai i parametri peggiorassero, lei è sostenitrice dell’avvio immediato della terapia, prima si parte dice, meno rischi ci sono per il sistema immunitario, e poi mi ha promesso due sole pastiglie per qualche mese, quindi l’atripla… comunque per i prossimi tre mesi si va avanti tranquilli senza niente…
Chi lo sa, forse i risultati di dicembre erano davvero dovuti al momento di spaventoso stress fisico e psicologico dal quale stavo uscendo… o forse qualche effetto lo ha fatto la robusta dose di papaya, yoghurt, selenio e integratore multivitaminico..
Comunque sia, va bene: quest’oggi il sole splende alto.

giovedì 3 aprile 2008

Parlare di sè

Ogni tanto passo sul blog di River.
Sono intervenuto in un post sui folli che cercano deliberatamente l’infezione e, da lì, River m’ha chiesto di rispondere a qualche domanda.
Beh questa è l’intervista.

Interviste/ “Io, sieropositivo, e la gente che vuole fare sesso non protetto”.
April 3rd, 2008

Com’è la vita vista attraverso gli occhi di un sieropositivo? Me lo chiedo spesso, occupandomi qui e là di Hiv e di campagne di prevenzione in giro per il mondo. Grazie ai commenti di questo blog – spesso un mondo di umanità in pillole – sono entrato in contatto con Davide (il nome è di fantasia, perché non ha parlato a tutti della sua condizione). Si discuteva di sesso non protetto. Gli ho chiesto di parlarmi della sua malattia, sotto forma di un’intervista.
Davide nasce a Milano, nella seconda metà degli anni Sessanta e lavora come libero professionista nel settore della comunicazione. Compiere quarant’anni, per lui, è stato raggiungere un obiettivo importante: “Per la prima volta nella vita non c’era più nulla da dimostrare – racconta - avevo una professione, un reddito, una casa, un affetto stabile; avevo raggiunto un po’ di obiettivi insomma, e recentemente tutto questo sembrava diventato ancora più definitivo ed evidente, insomma ero convinto di potermi finalmente ‘godere il viaggio’, verso la vecchiaia”. Poi, un giorno, tutto cambia. Va a fare il test, dopo un paio di anni. E’ tranquillissimo. Là scopre “di aver vinto la lotteria della sfiga” e di essere sieropositivo.

Come è avvenuto il contagio?
Ovviamente con un rapporto sessuale non protetto. Ho sempre cercato di “ridurre il rischio”: da quando sono sessualmente attivo non ho mai deliberatamente accettato una cosa così folle come il passaggio di sperma, e per lungo tempo ho creduto che questa attenzione fosse sufficiente a ridurre significativamente il rischio. Col senno di poi è stato come confidare nel coito interruptus quale metodo anticoncezionale…Se c’è quindi un insegnamento è che non basta “non farsi venire dentro”: non so cosa succeda, probabilmente si tratta di emissioni non avvertite, o forse si tratta proprio di scambio attraverso microlesioni… ma insomma l’attenzione non basta, ci vuole il profilattico.

Riusciresti a individuare il momento preciso, il rapporto “incriminato” ?
Sì, direi di sì. È stato nel primo semestre del 2005. È una ricostruzione su forti elementi indiziari, ossia un legame causa-effetto abbastanza evidente, senza nessun sintomo evidente (non sempre ci sono), ma una immediata e inspiegabile prolungata febbre altissima, con spossatezza, insomma la battaglia del sistema immunitario… poi la vita è continuata tranquilla, senza stranezze che mi lasciassero sospettare alcunché, fino alla scoperta casuale qualche mese fa.


Cosa provi, oggi, nei confronti della persona che ti ha contagiato?
Nulla. Non posso certo accusare il mio prossimo di una sciocchezza fatta da me. Quando qualcuno ti propone di fare sesso senza preservativo, in circostanze che non depongono a favore della sua “verginità”, l’unico da rimproverare è chi accetta. Sapeva di essere positivo? Non lo so. Sono dell’idea che sia una di quelle persone che rifiutano di chiederselo, non fanno il test, e vivono così come va. E, comunque, anche se avesse avuto coscienza della propria condizione, non credo sia serio attribuirgli la responsabilità della cosa. Come ho letto qualche tempo fa (troppo tardi, direi) “non dovrebbe fare sesso non protetto chi non è già sieropositivo (errore comunque grave perché si rischia una reinfezione) o chi non intenda diventarlo”: è l’unica verità.

Il primissimo pensiero che hai avuto leggendo il risultato del test?
Il centro a cui mi sono rivolto non mi ha consegnato i risultati, ma me li ha fatti comunicare da un medico, che credo avesse fatto un corso di Programmazione Neuro Linguistica sulla disaster communication in medicina. È stato un bene perché così non ero solo al momento. È stato come se un ordigno nucleare fosse esploso nella testa: per qualche minuto non ho pensato a nulla pur interagendo col medico, c’era solo questa tempesta di emozioni indefinite. Poi, andandomene, ho iniziato a pensare. E ho sentito una grande rabbia. Ma non per l’errore fatto, quanto per il tempo perso, per quanto non avevo goduto la vita fino a quel momento per quanto ero stato sciocco verso me stesso. Ecco, credo che, più che un pensiero, sia stata una sensazione, quella di vedersi sottratta qualcosa.

Ci sono state persone che si sono allontanate da te?
No… anche perché al momento le persone cui l’ho comunicato sono pochissime, e non sono sicuro che il numero crescerà di molto. So che si tratta di una malattia che spaventa, e vorrei evitare reazioni che mi farebbero male. E poi vorrei anche evitare la reazione opposta: quella dell’affetto pietoso verso qualcuno che sta male, della preoccupazione continua, sarebbe una cosa egoisticamente utile in certe circostanze, ma sostanzialmente umiliante. A dire il vero, l’ho comunicato subito anche alle persone con cui avevo fatto sesso non protetto, con risultati confortanti, e a un amico che avevo conosciuto da poco in chat, che è stato di grande aiuto, venendomi a trovare la sera stessa e contribuendo con la sua esperienza (un fidanzato ucciso dall’AIDS dei vecchi tempi e un po’ di “militanza” anti AIDS) a rassicurarmi e a sedare alcune paure.

Veniamo al sesso. Ci sono persone che ti chiedono di fare sesso non protetto?
Sì. Tieni conto che il mio nick dice chiaramente che sono positivo… non c’è possibilità di errore. Eppure c’è gente che ti chiede di fare sesso non protetto. La cosa sconcertante è la reazione quando gli dici “no, grazie”: non solo non capisce, ma in qualche modo ti rimprovera con una specie di “ma a te cosa te ne frega se io voglio correre il rischio?”. E qui c’è da essere chiari con se stessi: in primo luogo, essere già positivi non significa che non corri più rischi, anzi. Potresti beccare altri ceppi del virus, o peggio mutazioni resistenti ai farmaci, e ancora ci sono un sacco di altri virus che potresti prendere, e che a questo punto troverebbero le porte spalancate in un sistema immunitario compromesso. Poi c’è il profilo legale: il consenso dell’avente diritto non esime dalla responsabilità per il reato di lesioni gravissime, ci manca solo il tribunale. Infine, a prescindere dalla mia salute e dalla responsabilità penale, credo che ognuno di noi abbia una responsabilità morale verso il prossimo, e io non intendo chiedermi un giorno se qualcuno è stato contagiato per una mia condotta cosciente.

Secondo te, perché te lo chiedono?
Mamma mia, qui si apre una finestra sul baratro delle nostre menti. Credo che dovremmo essere tutti molto sinceri su quello che si agita nelle nostre testoline quando crediamo di essere “solo” arrapati. Spesso c’è altro, la voglia di qualcuno a cui stringersi, la voglia di dimenticare il cattivo umore, il desiderio di sfuggire ai pensieri e annullarsi in un momento di energia animale… e credo che ci siano pure deliri di onnipotenza così come pulsioni autodistruttive in persone con un’autostima così bassa da mostrare come “naturale” il non proteggersi. Insomma, non voglio e non posso giudicare, ma credo che si tratti una malattia dell’anima che è propedeutica all’infezione del corpo.

La tua vita prima dell’HIV e dopo. In cosa è cambiata?
Nell’immediato, pensi che devi aggiornare il testamento, poi ti accorgi del fatto che avrai tempo, e non lo tocchi più. Dal punto di vista sanitario invece, al momento la mia vita è cambiata poco. Per quel che ne so, i miei CD4 sono ancora al di sopra del livello di guardia (saprò tra pochi giorni l’esito degli ultimi esami) e quindi non ho ancora iniziato la terapia. Certo, cambia la prospettiva. Vivi pensando che “ti devi mantenere sano”, che devi mettere da parte benessere per quando ti servirà. Significa fare attenzione alla dieta, perché i parametri lipidici e glicemici devono essere perfetti, perché il giorno in cui inizierai la terapia inevitabilmente sballeranno, e allora è meglio partire bene. Significa che in palestra ci devi andare, perché alcune terapie hanno effetti osteoporotizzanti, e l’esercizio fisico migliora la massa ossea (oltre ai parametri lipidici e glicemici), e anche qui è meglio essere pronti prima. Significa che ti dai agli integratori: il multivitaminico, la papaya antiossidante, il selenio… tutta roba di cui qualche studio ipotizza un possibile positivo effetto sul sistema immunitario, ma che probabilmente è più un placebo che altro. Poi ti vengono le fobie: ora, se qualcuno starnutisce, lo caccio dal mio ufficio insultandolo. C’è anche qualche aspetto “positivo”, io ad esempio mi sono scoperto più accondiscendente, anzitutto con me stesso, e questo è solo un bene.

La cosa più stupida che tu abbia mai sentito sull’HIV?
Non saprei, fino a quando non ci sono finito dentro confesso che me ne occupavo poco. Ora frequento i forum in cui, ogni tanto, arriva della gente con folli domande su come si prenda l’HIV o sull’esistenza stessa del virus… e lì non sai mai se si tratti di ignoranza pura, stupidaggine, o malvagità di qualcuno che viene a infastidirti apposta (e questo tipo di gente c’è, purtroppo).

In una mail che ci siamo scambiati, hai messo la parola “felice” tra virgolette. Cos’è per te la felicità oggi?
Quando l’ho scritto ero naturalmente ironico, sarei stato molto più felice di non avere nulla da dire su questo argomento, ma questa è una domanda che ti sfida…Si fa in fretta a dire “sono felice”, solo che spesso è una cosa epidermica, una sensazione momentanea di perfezione o di successo, che inevitabilmente finisce. Credo invece che la descrizione più realistica di felicità sia accettare se stessi, vivere un buon presente, essere giunti a patti con il proprio passato, avere un po’ di razionale fiducia nel futuro: a queste condizioni io direi che ci si può dichiarare felici. So che sembra una visione un po’ atarassica della vita, ed è probabile che lo sia e che sia foriera essa stessa di infelicità, ma se fossimo saggi ci vorrebbe poco per raggiungere una simile condizione, se solo ci accorgessimo in tempo non solo di ciò che ci manca, ma anche di tutto ciò che ci è stato dato…

mercoledì 26 marzo 2008

Alive and kicking…

Ehhh, il tempo passa come un fulmine, quando ci si diverte :-)
Scherzi a parte, i miei buoni propositi arrancano un po’: i ritmi di ogni giorno non mi danno tregua, e lo spazio per me, che m’ero ripromesso di trovare, non si vede…
In realtà però – entro certi limiti – il super lavoro mi piace, diciamo la triste verità: riempie le giornate, ti dà l’illusione di fare qualcosa… so però che è un’illusione malata, e che devo trovare una via “più sana” alla quotidianità…
Comunque , ieri nuovo esame del sangue, che m’ha preso di sprovvista: io mi attendevo al massimo tre provette pensando che il lavorio di tipizzazione e verifica delle resistenze rea già stato fatto, e invece la signorina è arrivata con una vaschetta piena di contenitori… la cosa devo dire mi ha contrariato alquanto, e deve avere prodotto un effetto psicosomatico incredibile: ero senza sangue! Le provette si riempivano lentamente, così lentamente che la signorina s’è pure preoccupata, e ha voluto verificare la mia pressione (bassa ma negli standard)… alla fine sono tornato a casa con due buchi nelle braccia e un ovetto al cioccolato in pancia, dono della mia torturatrice…

C’è un altro aspetto critico, ed è che ho vissuto questo esame come se avessi dovuto sostenere un esame all’università: nervosismo, bruciori di stomaco, persino alcuni incubi… e tutto per qualche provetta di sangue. Per il futuro sarà almeno il caso che mi faccia furbo e non prenoti gli esami il giorno DOPO un weekend di eccessi alimentari come quello di Pasqua: già c’è il dubbio sui CD4 e la carica virale, se a questo bisogna aggiungere pure il timore di essere cazziati per il colesterolo o gli zuccheri nel sangue, non se ne esce più!

lunedì 11 febbraio 2008

Coming out odontoiatrico

Sono stato dal dentista.
È un bravo ragazzo, ha una buona mano, mi fa la fattura e fa pure dei prezzi onesti.
Cionondimeno, dirgli qualcosa in realtà non mi pareva necessario: lui è un professionista della medicina, sa bene quali sono le regole per non correre rischi e deve attenersi strettamente a quelle regole.

Solo che ognuno è fatto a modo suo e, allora, in una pausa l’ho presa alla larga:
senti, le punte del trapano e gli altri strumenti li metti in autoclave, giusto?
“esatto”
e invece i blocchi dei trapani? li disinfettate ogni volta che il paziente va via dallo studio?
“beh, non proprio, lo facciamo per il trapano dell’implantologia, sai c’è molto sangue in giro, invece per questi c’è uno spray”
e quindi ogni volta passate lo straccetto con lo spray?
Ci pensa e dice: “non sempre”
ecco”, gli dico io, “d’ora in avanti, quando finisci me, fai disinfettare anche i blocchi dei trapani
Non capisce.
sono sieropositivo
“Ah, va bene, mi spiace dev’essere una bella seccatura, comunque non preoccuparti, ci sono malattie peggiori”
Un po’ m’ha sorpreso, non ha fatto un plissé, sembrava assolutamente a suo agio e ha fatto il possibile per farmi sentire bene.
Al termine ha detto alla sua assistente di inviare il paziente nell’altro studio, immagino abbia disinfettato personalmente i corpi dei trapani.

Mi sento più leggero.
Un dentista non corre rischi, ma io pensavo ai corpi dei trapani, che sospettavo non fossero disinfettati con attenzione, l’ho sempre sospettato, da tutti i dentisti da cui sono andato. Magari è una paranoia, ma non avevo voglia di avere pure questo pensiero, così è meglio.

mercoledì 6 febbraio 2008

Montagne russe

Oggi incontro con la virologa.
Ieri, alla fine, ero teso: per me tutta questa storia è ancora una novità, ed è una novità piena di lati oscuri e incertezze, insomma non mi sono ancora abituato e l’ottimismo (ma va') fa un po’ fatica a galoppare.

Dopo una settimana al mare, ero più stanco di prima, grazie allo strazio del viaggio di ritorno (comunque stai dieci ore in giro) a uno scazzo col mio amore, all’impatto col rientro in ufficio… così, arrivavo a questo incontro nelle condizioni peggiori.
Ieri sera ero così nero che alla fine mi sono persino collegato ai forum sull’HIV.
Non lo faccio mai, non ho voglia di mettermi a studiare la malattia, queste cose mi mettono ansia e preferisco evitarle.
Però ieri sera ho ceduto, ed è stato un bene perché qualche buona notizia sembra esserci, come quelle sugli studi di fase II su nuovi principi che promettono di fare strage del virus…

Così stamattina ero più sollevato, diciamo che mi sono svegliato credendo di avere tutto sommato una life expectancy abbastanza coerente con quella di un appartenente alla “popolazione generale”.
Ed è stato un bene, perché le notizie non sono state poi così positive.

Parametri generali da ventenne, ma CD4 in caduta libera (-29%), al di sotto del limite inferiore di normalità e pericolosamente vicini al limite inferiore di sicurezza.
Forse era da attendersi: questo esame era a un mese dalla scoperta di questa bella sorpresa, che veniva al termine di un periodo di stress personale pesante e si infilava in un periodo di stress professionale anch’esso non indifferente… insomma, voglio credere che si tratti di un picco negativo nelle mie condizioni generali: chi non arriva distrutto al giorno di Natale?
Almeno, lo crede anche la virologa, che non mi pare capace di simulare eventuali disappunti, sicché non mi deprimo, vedremo al prossimo giro di esami…

Da tutto questo emerge però un punto centrale, l’obiettivo di contenere lo stress: devo già occuparmi del virus non posso perdere il mio tempo con altre seccature… solo che questo è un obiettivo non da poco, perché ho storicamente un rapporto abbastanza conflittuale con le occasioni di stress.
Insomma, c’è da lavorare, vedremo…

lunedì 4 febbraio 2008

il senso di un blog

Ogni tanto, di rado, capita che qualcuno lasci un commento sul blog.
Effettivamente, sembrerebbe che i miei lettori siano un po’ pigri, sì perché in realtà secondo le statistiche avrei una media di una trentina di visitatori al giorno… che però non sanno scrivere, e non lasciano commenti :-)
Un po’ mi spiace, perché naturalmente ho piacere quando qualcuno mi saluta, ma solo un po’: questo è un vero blog, ossia un diario, non nasce con lo scopo primario di scambiare opinioni sulle opinioni dell’autore, come sembrano essere molti blog.
Direi che, più che un diario, è un memento, un appunto sullo schermo del computer per ricordarmi quel che mi sono promesso, quali sono i miei obiettivi… sembrerà una cosa da psicopatici, e forse lo è, eppure è incredibile quanto sia utile anche il solo aprire una pagina web e leggere che ci si è impegnati a fare qualcosa di sé, in questo senso l’assenza di commenti non mi sconvolge perché non cambia la natura di questo sito; so che può sembrare una cosa “egoista”, ma è così…
Un’altra cosa: forse dovrei scrivere di più… ma proprio perché il mio obiettivo non è conquistare un pubblico, vorrei scrivere cose “vere”: non sto giocando a fare l’opinionista del web… qui si parla della mia vita, una cosa seria, mica l’ennesima crisi di governo… quindi continuerò a scrivere quando me la sentirò, e quando questo potrà servire a mantenere il mio impegno verso me stesso…
Beh, però se qualcuno di quella trentina di parassiti (scherzo) che passa di qui ogni giorno volesse lasciare almeno un saluto, mica mi offendo, neh?

giovedì 24 gennaio 2008

In tutti c'è del buono

Boh, solo un democristiano avrebbe potuto inventarsi una cosa del genere, leggere una poesia come dichiarazione di voto.
Tra l'altro, credo sia stato forse il solo, o quanto meno uno dei pochi momenti dignitosi nella sceneggiata di questi giorni...

Me la copio qui, questa poesia di Pablo Neruda "E lentamente muore ...", è bella e credo di ispirazione...

"Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo
ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia
aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non
risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che
essere
vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità"

Aggiornamento: la poesia in realtà non è di Neruda... però è bella lo stesso!

domenica 20 gennaio 2008

Appena ho un attimo lo provo

L'ho trovato su benessereblog.it:
Se potete approfittare di una pausa post-pranzo al riparo dalle chiacchiere dei colleghi, o vi siete scocciati dei programmi trash che invadono la nostra tv dopo i tg di mezza giornata, approfittate per imparare “l’arte del pisolino”. Come? grazie al Web.
Napsounds.com ci assicura infatti che collegandoci ogni giorno troveremo on line gli strumenti per rilassare il nostro cervello per 20 minuti, immergendoci in uno stato di relax totale (e se ci addormentiamo è anche meglio).
Avremo così a disposizione il nostro “caffè virtuale”,visto che questo riposino ci farà lo stesso effetto, come conferma la scienza, di una bella tazza di espresso.
Come? Basta accendere le casse del pc e lasciare scorrere le musiche rilassanti proposte da Napsounds giornalmente: si va dalla campana tibetana a. E poi, se ci va, inviare i nostri commenti su come è andata la “pausa guidata”.
La “siesta”, infatti, è un’abitudine culturale dei popoli mediterranei, e che non fa altro che bene alla nostra salute e alla nostra memoria, come ha dimostrato una ricerca della Nasa, secondo la quale “il nostro cervello usa questo tempo per selezionare le informazioni accumulate durante la prima parte della giornata e lasciare la memoria in uno stato più efficiente”.

venerdì 18 gennaio 2008

Stanchezza...

Oggi sono stanco,
è proprio stanchezza, un periodo lavorativo pesante fisicamente e psicologicamente.
In queste condizioni, l’ottimismo è facile come trovare uno sconto sul salmone il giorno prima di Natale…
Spero solo di riuscire a svegliarmi, perché ho un sacco di lavoro…
Vabbe’… pronti con la pala, e via a spalare merda… :-)

PS.
Devo essere davvero stanco. Credevo di avere scoperto un trucco per la piattaforma di blogger: se fai CTRL P mentre stai scrivendo un post, il sistema salva e pubblica il post automaticamente... e già mi immaginavo geniale hacker di risorse del CMS... poi ho buttato l'cchio sul tool di pubblicazione e ho visto le scorciatoie, che occhieggiano syullo schermo dal giorno del mio arrivo su questa piattaforma... ah!

martedì 15 gennaio 2008

Che la pioggia porti sfiga?

Non so che dire, ma tutta questa storia è iniziata un mattino di pioggia.

Oggi piove, e leggo su internet la notizia di un nuovo terribile batterio che semina la morte a San Francisco.
cioè, capiamoci: non è Ebola, confinato nelle foreste di paesi con scarsi contatti con noi, ma una schifezza a San Francisco!, praticamente dietro Milano Malpensa… brrr.

Mi sa che devo esercitarmi un po’ a smetterla di preoccuparmi, che sennò qui i buoni propositi vanno a farsi benedire molto presto...

La vita continua…

O mamma mia… è quasi un mese che non scrivo nulla…è che non è successo nulla, o meglio sono successe tante cose ma, soprattutto, la furibonda normalità ha preso il sopravvento… insomma mi sento un pirla come prima, e questo, in fondo è un bene…

Vabbe’, ora è tardi…