mercoledì 29 ottobre 2008

...con due scatolette nella ventiquattr'ore

Stamattina sono andato dall’infettivologa.
inizio a pensare che sia un po’ matta… oppure che non riesca a dissimulare la gioia per avere trovato un paziente che conosce le regole del gioco e le accetta senza troppe menate.

Comunque sia: il mio oroscopo di oggi diceva “…a disposizione qualcosa di nuovo e interessante.” Ed effettivamente le novità ci sono tutte.
I risultati degli esami sono un disastro: CD4 a 340, viremia a 300.000 e passa.
La dottoressa s’è messa a intonare un lungo sermone, finché non l’ho interrotta con un “guardi che non mi deve mica convincere, questo week end sono impegnato, ma da lunedì posso iniziare la terapia”. Inutile dire che ha ritrovato subito il sorriso e, già che c’era m’ha strappato senza fatica il consenso per partecipare a un loro piccolo studio sul primo mese di terapia.
Per farla breve, da venerdì 7 inizio la HAART: Truvada e Sustiva prima di andare a dormire e uno sciame di esami del sangue (cinque), destinati a capire come va la carica virale nel primo mese e se ci sono tossicità inattese.
Unica buona notizia degli ultimi dodici mesi: il mio HIV è wild type, quindi non si palesano resistenze apparenti… almeno quello.

All’inizio ero quasi felice, mi sono detto: finalmente l’attesa è finita, finalmente farò qualcosa di diverso che controllare ogni tre mesi se queste bestie bastarde si sono riprodotte allegramente all’ombra della mia inerzia, finalmente non sarò più solo, io con il virus, ma avrò “qualcuno (qualcosa?) al mio fianco” e un gesto rassicurante da ripetere ogni notte.
Sono uscito dallo studio della dottoressa più leggero nell’animo, e con la borsa leggermente più pesante: qualche decina di grammi in due scatolette di medicinali, per un controvalore di 1.179,69€, un mese di terapia.
Ora sono stanco, e meno leggero, un po’ è il fatto che la mattinata è proseguita con un tête a tête col mio dentista per proseguire una devitalizzazione che dura oramai da quasi due mesi, un po’ perché poi sono arrivati i pensieri, l’idea che la fase dell’illusione è finita e ora inizia il count down, il chiedersi “quanto durerà questa terapia?, e se divento resistente?” e tutte quelle cose che uno fa finta di non pensare mai, ma che ci sono…

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