venerdì 23 novembre 2007

Giorno 1

Alla faccia.

Torni a casa, ti sembra di stare in un sogno.

Mentre guidi pensi a tutte le occasione perse nella vita, a tutte le volte che hai preso troppo sul serio le cazzate più immonde, a tutte le volte che non hai assaporato il miele che l’esistenza portava con sé.

E questo ti fa arrabbiare ancora di più.

Ti senti un peccatore, si senti di avere commesso un peccato grave, trascinando la tua vita tra una cosa e l’altra senza capire dall’inizio quanto fosse di valore, e quanto fosse fragile.

Vorresti piangere, ma non riesci.

Arrivi a casa, fai qualcosa, prendi un bell’antidepressivo, che fa solo bene, te lo faceva prima quando c’erano solo le ordinarie difficoltà della vita, figurati oggi, magari solo 30 mg che sennò ti rincoglionisce un po’.

Aspetti l’arrivo della signora delle pulizie, gli dici qualcosa, vai in ufficio.

Sì, vai in ufficio, il centro MTS apre alle 7.30, quindi tu sei riuscito a fare tutto e ad essere in ufficio tranquillamente un po’ prima delle 10, in fondo lì comandi tu…

Ma non è la stessa cosa.

Certo sei di umore di merda come tutti i giorni e la differenza gli altri non la notano, ma tu sì.

Non riesci a fare nulla, la testa va per gli affari suoi, e va verso quel cavolo di foglietto con i risultati del test.

Alla fine, decidi che non ti senti bene, pigli e torni a casa.

E passi il pomeriggio a chiederti perché, e riesci pure, finalmente, a piangere un po’.

Arriva sera, devi chiamare il tuo amore.

Farai quello un po’ triste, ma tanto non ci farà caso, lo sei spesso, ti chiede “hai preso la pastiglia?, prendi la pastiglia, a me non piacciono, ma se ti fa bene…”

Dopo cena ne prendi un’altra, questa volta i 60 mg, che ti frega del rincoglionimento, tanto domani è sabato.

Scoppi in lacrime, ti dici singhiozzando “non è giusto, non ho fatto nulla di male, io mi sentivo solo, tanto solo…”, le lacrime sono meglio dell’antidepressivo, prendi e vai a dormire.

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